Si è svolto nella giornata del 7 Ottobre 2020, il quinto incontro di trattativa sul CCNL avente ad oggetto la parte economica.
Il confronto è iniziato con un’introduzione di Federmeccanica e Assistal.
Di seguito i punti toccati.
La parte economica, lo dice il termine stesso, è solo una parte del CCNL che ne comprende altre, tutte collegate tra loro e altrettanto importanti.
Per affrontare la “parte economica” occorre partire dalla “situazione economica” in cui versano i settori a cui si rivolge il CCNL.
I dati sono drammatici, siamo ancora dentro una crisi con la C maiuscola.
Nei primi sette mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 si è perso il 21% circa di produzione industriale, il 16% circa di export.
Siamo in una situazione di profonda incertezza che pesa sull’economia e sulle prospettive delle nostre aziende.
In un tale contesto il Contratto Nazionale deve continuare a svolgere una funzione di tutela.
Tra le altre garanzie previste c’è quella salariale sui minimi che sono adeguati all’inflazione, che determina il potere d’acquisto delle persone.
Il Contratto del 2016 ha prodotto altri effetti importanti dal grande valore economico e sociale, destinati a consolidarsi nel tempo portando benefici anche crescenti ai lavoratori.
Si pensi all’Assistenza Sanitaria integrativa che dal 2017 ad oggi ha erogato circa 6 milioni di prestazioni per un controvalore di più di 470 milioni di euro.
E’ indubitabile il grande impatto che questo ha avuto ed ha sul reddito delle famiglie.
Si pensi ai flexible benefits che grazie all’impianto del CCNL del 2016, mentre nel primo triennio sono stati di importo pari a 450 euro, in un nuovo teorico triennio saranno di importo pari a 600 euro.
Fermo restando tutto questo le parti datoriali si pongono l’obbiettivo di migliorare quanto è stato avviato nel 2016.
Siamo quindi disponibili a definire insieme al Sindacato misure che possano assicurare gradualmente la diffusione di Premi di Risultato in ogni le azienda.
Sono stati riportati i dati di Contabilità Nazionale del 2019 che da un lato confermano una crescita delle retribuzioni, dall’altro lato evidenziano come la ricchezza delle imprese sia diminuita (oltre il 2%), segno evidente di quella recessione che stava colpendo il nostro Settore già prima del Covid 19.
Una parte del Sindacato ha prodotto un studio dal quale emergerebbe che i minimi dei metalmeccanici sono inferiori a quelli di tutti gli altri settori dell’Industria.
Il Sindacato tutto con sfumature diverse ha fatto presente che il tema della Contrattazione di Secondo livello andava affrontato prima, così come altre materie tipo l’inquadramento e la formazione che sono rimaste incompiute.
Ci sono stati anche degli apprezzamenti sulla disponibilità di Assistal e Federmeccanica ha fare dei passi concreti in avanti sul secondo livello, così come segnali di disponibilità (limitati) ad estendere la discussione su altri elementi economici rispetto ai soli minimi, anche rivedendo in parte l’impianto del 2016.
Le Organizzazioni Sindacali hanno considerato inaccettabile la posizione datoriale sui minimi.
Nella replica le parti datoriali hanno:
– dimostrato con dati della Contabilità Nazionale che le retribuzioni di fatto pro capite dei lavoratori metalmeccanici sono superiori di circa 6 mila euro l’anno rispetto a quelle dei lavoratori della manifattura non metalmeccanica.
– riportato il livello di diffusione dei premi di risultato che oggi riguardano circa il 70% dei lavoratori.
– sottolineato che il mancato compimento di alcune riforme tipo l’inquadramento non può essere considerato una responsabilità di Assistal e Federmeccanica e che la formazione è responsabilità di tutte le parti.
L’adempimento del CCNL inoltre non deve essere solo chiesto dalle OO.SS. ma anche da loro praticato, si pensi alle Piattaforme di secondo livello con le richieste di consolidamento di quote di PDR non consentite dal Contratto.
Le parti datoriali hanno infine confermato la propria posizione sui minimi che devono rimanere legati all’inflazione, come previsto dallo schema del 2016, confermando altresì la volontà di trovare soluzioni efficaci che consentano di distribuire la ricchezza la dove viene prodotta, in Azienda, e dopo che è stata prodotta.
A seguito di una pausa di riflessione chiesta dal Sindacato, lo stesso comunica a Assistal e Federmeccanica la propria insoddisfazione ma anche la volontà di proseguire il confronto nelle giornate ancora in calendario per poi fare un bilancio finale e prendere le determinazioni del caso.
Viene però dichiarato dalle OO.SS. uno “stato di agitazione” immediato, con blocco degli straordinari e delle flessibilità.
Assistal e Federmeccanica, dopo una nuova interruzione, hanno risposto manifestando la disponibilità a continuare il confronto – peraltro destinato ad esaurirsi in pochi giorni come da programma – a condizione che, nel mentre, non ci siano agitazioni di alcun tipo.
Non essendo il Sindacato tornato sui proprio passi, la trattativa si interrompe e le riunioni in programma nella giornata dell’8, del 14 e del 15 ottobre vengono cancellate.