Ieri il Consiglio dei Ministri, nell’ambito del Decreto Milleproroghe, ha posticipato di due anni gli obblighi di incremento della quota di energia da fonti rinnovabili previsti dal decreto OIERT. La pubblicazione del decreto, rivolto alle imprese che forniscono energia termica sotto forma di calore per il riscaldamento e il raffreddamento a soggetti terzi, per quantità superiori a 500 TEP annui e in definizione presso il MASE era attesa entro il mese di dicembre. L’entrata in vigore, inizialmente prevista per gennaio 2024, è stata quindi posticipata a gennaio 2026.
Roberto Rossi, presidente di ASSISTAL – l’Associazione di Confindustria che raggruppa i Costruttori di Impianti e dei Servizi di Efficienza Energetica- ESCo e Facility Management – ha dichiarato: «Accogliamo con grande sollievo la saggia decisione del Governo: posticipare l’entrata in vigore degli obblighi OIERT da un lato allontana la paralisi che si sarebbe venuta a creare relativamente ai contratti di servizio energia in corso, dall’altro concede tempo al legislatore perché trovi un modo sostenibile di accompagnare le aziende verso il rispetto dei limiti europei imposti per il 2030. Chi si occupa del servizio energia come le nostre aziende – infatti – non è il possessore degli impianti, e di conseguenza non può operare modifiche strutturali sugli stessi; tantomeno la norma non chiarisce né su chi debba ricadere la responsabilità di sostenere i costi introdotti da OIERT, né se tale responsabilità insista o meno sui contratti in essere.
Inoltre, al momento, il Paese è sprovvisto della quantità necessaria di energia derivante da fonti rinnovabili e anche delle infrastrutture necessarie per il trasporto e la distribuzione di tutta questa energia. Il Decreto dovrà quindi mettere in atto anche una strategia nazionale di adeguamento alle normative europee affinché i vettori energetici siano prodotti e diffusi su tutto il territorio nazionale.
Questa proroga – conclude Rossi – è un’occasione importante per stabilire regole certe e condivise: esprimiamo al Governo e al Ministero tutta la nostra disponibilità e collaborazione per fare in modo che le regole future non siano a discapito delle imprese del settore».