«La decarbonizzazione, in base agli obiettivi previsti dal PNIEC, deve diventare un fattore di stabilità all’interno della spesa pubblica proprio perché va perseguita come obiettivo strategico. Soprattutto a fronte dei circa 100 miliardi di Euro che lo Stato italiano ha già speso negli ultimi anni per sostenere famiglie e imprese durante la crisi energetica ancora in corso» ha dichiarato l’ing. Roberto Rossi, presidente di ASSISTAL – l’associazione di Confindustria che raggruppa i Costruttori di Impianti e dei Servizi di Efficienza Energetica- ESCo e Facility Management, e che rappresenta oltre 1500 imprese, 120mila addetti e un fatturato annuo complessivo di oltre 60 miliardi di euro.
«Ad oggi nel testo della Legge di Bilancio non ci sono norme in grado di accompagnare il Paese verso una reale transizione energetica, esponendo l’Italia a un rischio sulla sostenibilità e a potenziali sanzioni da parte dell’UE» ha aggiunto Rossi. «Le imprese associate ASSISTAL sono preoccupate perché da quanto emerso dallo schema di legge, gli incentivi dedicati alla sostituzione degli impianti tecnologici degli edifici pubblici e privati per conseguire l’obiettivo di efficientamento energetico sono stati decisamente ridimensionati. Al contrario, è necessario mantenere le attuali misure, confermando le aliquote di detrazione per abitazioni, condomini e di conseguenza non introdurre alcun tetto alle detrazioni in funzione di reddito e nucleo familiare».
«È inoltre urgente – ha chiosato il presidente di ASSISTAL – prorogare al 2025 le misure relative all’adeguamento del costo delle materie prime contenute nel decreto Caro Materiali per tutti quei contratti, ancora in corso, che non ricadono nel campo di applicazione del codice dei contratti pubblici. Un aggravio dei costi per le imprese che ha raggiunto qualche decina di punti in percentuale in più rispetto a 3-4 anni fa, col quale fanno i conti le aziende del settore impiantistico. Se non si troveranno i fondi per la proroga della misura sono a rischio oltre 10 miliardi di investimenti per il 2025 e sarà molto difficile centrare gli obiettivi previsti dal PNRR e dal PNIEC».